Viso terzo medio e inferiore
Sono stati raggruppati in un unico capitolo il terzo medio e il terzo inferiore del viso in quanto frequentemente le correzioni dei vari inestetismi non sono separabili, come per esempio avviene per le rughe periorali superiori e per quelle inferiori, dove le prime fanno parte del volto medio e le seconde del terzo inferiore del volto. Ma accade anche che frequentemente le rughe delle nasogeniene, le commessure delle labbra e le rughe delle marionette vengano trattate indistintamente in un’unica sessione. Ciò legato ad un diretto coinvolgimento, quando cedono i tessuti, cutanei e sottocutanei, nel terzo medio, avremo un inevitabile cedimento nel terzo inferiore con formazioni di rughe e solchi. Molta attenzione richiede l’analisi e lo studio dei tessuti, affinché la scelta dei vari tipi di acidi ialuronici da utilizzare diano il risultato desiderato.
La parte centrale e la parte bassa del volto (mid e lower face) sono quelle che maggiormente vengono trattate con acido ialuronico.
Il mid face è il massiccio centrale del viso, è la parte che va dalla linea che passa orizzontalmente dalle pupille fino alla linea orizzontale passante tra le labbra. È la zona dove si evidenziano maggiormente i segni che il tempo lascia, in quanto non solo li vediamo proprio nel mid face, ma il cedimento dei tessuti è tale che anche la linea dell’ovale ne viene compromessa. Il lower face comprende fondamentalmente la parte bassa del volto che corrisponde a quel tratto mobile del viso cha va orizzontalmente dalla articolazione temporo-mandibolare allo spazio tra le labbra in giù.
La parte del mid face in generale è quella che presenta le più marcate alterazioni che i complessi processi di invecchiamento imprimono sul nostro volto: rughe, depressioni, solchi, svuotamento, anelasticità cutanea, effetto borsa. È una parte del viso che va trattata con molta cautela e solo da mani esperte. Un attento esame è di fondamentale importanza per permettere di capire dove intervenire e quali prodotti usare. Nel mid face si utilizza la più variegata tipologia di acidi ialuronici, in quanto possono presentarsi tutte le alterazioni del tempo contemporaneamente anche su visi di persone relativamente giovani.
Il lower face è invece quella parte del viso che più segnatamente evidenzia la lassità dei tessuti. In effetti, i cedimenti a carico dei tessuti evidenziano un cambiamento dell’ovale del viso. Anche questo tratto del viso può essere sottoposto a trattamento con acido ialuronico, migliorando la linea dell’ovale.
Teniamo presente che proprio nel mid face bisogna usare uno ialuronico di elevata consistenza per la prominenza zigomatica e per sollevare in contemporanea i tessuti ceduti dell’area malare. Così come va utilizzato il più soffice dei prodotti sotto le palpebre inferiori, nonché tutti gli intermedi per le rughe geniene, i solchi nasogenieni, le finissime rughe perioculari basse, ecc…. Il risultato che potrà regalare un trattamento su quest’area del viso è impareggiabile e il grado di soddisfazione regala emozioni indescrivibili.
Nel lower face si utilizzano acidi ialuronici di consistenza alta, in modo da liftare i tessuti e stirarli, ciò consentirà di recuperare un’omogeneità della linea mandibolare.
Ovale e angolo mandibolare
La linea mandibolare coincide con l’ovale del viso e rappresenta il tratto terminale verso la zona caudale del capo. Nel caso vi siano ptosi, ovvero cedimenti dei tessuti, vediamo debordare verso il basso i tessuti superando la linea mandibolare stessa. Come conseguenza, quando il cedimento dei tessuti cutanei e sottocutanei sono tanto evidenti, l’ovale in verità perde la sua armonica curvatura per diventare irregolare, soprattutto a metà tragitto, tra il mento e l’angolo mandibolare, posto nella parte posteriore.
Quando ci troviamo di fronte ad un quadro compromesso e l’ovale ha perso la demarcazione che si ha in gioventù, l’intero volto risulta essere appesantito e segnato. Se l’obiettivo è semplice e facilmente intuibile, la soluzione un po’ meno. Andiamo per ordine: innanzitutto esaminare attentamente la paziente al fine di cogliere tutti i particolari, quale spessore della pelle, presenza dell’ipoderma, turgore muscolare, grana cutanea, ecc.; identificare il percorso dell’arteria facciale, che passa anteriormente al muscolo massetere e possibilmente identificarne il percorso con una matita; eseguire dei movimenti di stiramento della cute per valutare il grado di elasticità, ma anche per prevedere quanto potrà in realtà migliorare l’effetto lifting al quale sottoporremo il tratto interessato. Successivamente iniziamo ad iniettare, non prima di aver applicato sulla cute una pomata anestetizzante, sul periosteo dell’angolo mandibolare.
L’acido ialuronico deve essere ad alto G prime, molto coesivo, e per una quantità che in verità è definita dal grado di ptosi, dalla consistenza della cute e del sottocutaneo, e anche da quanto ci si è prefissato di migliorare. Invece lungo tutta la linea mandibolare si accederà con agocannula, definendo bene il profilo dell’ovale.
Quando si procede con l’infiltrazione con agocannula va posta molta attenzione all’arteria facciale; nonostante l’agocannula stessa rappresenti una garanzia, purtroppo nella letteratura mondiale sono descritti molti casi di lesioni a carico di questa importante arteria del viso. Terminato il trattamento, pressoché indolore, lasciamo la paziente alcuni minuti distesa sul lettino sotto osservazione, magari con del ghiaccio sulla parte trattata. Evitare il make up per 24 ore, è l’unica limitazione che consiglio. Nei giorni successivi si potrà avvertire una leggera dolenzia sulla parte trattata, ma solo al tatto o di fronte ad un forte movimento articolare.