Viso con Acido ialuronico

Full face

Oggigiorno è possibile trattare l’intero viso in maniera naturale e con risultati sorprendenti.

L’acido ialuronico non conosce crisi, la crescita annuale del numero di richieste nel mondo è a doppia cifra. Ciò non solo è legato al desiderio di liberarsi dei segni che il tempo lascia sul volto, ma anche alla variegata disponibilità dei prodotti presenti sul mercato che permettono soluzione ai diversi inestetismi presenti. Inoltre, le tecniche in costante miglioramento permettono in mani esperte ed abili di poter ambire a risultati che possono sorprendere per efficacia e naturalezza. Aggiungiamo anche che i tipi di interventi, sempre di natura medica, pertanto eseguiti in studio non compromettono la propria vita di relazione, anzi, possiamo affermare che, tolto i rari casi in cui può fuoriuscire un piccolo livido, subito dopo il trattamento si può tornare alla propria vita senza alcuna compromissione.

Affrontare questo tipo di terapia full face, richiede uno studio approfondito della cefalometria, la valutazione del grado di cedimento dei tessuti, la profondità dei solchi, la riduzione dei volumi, l’aumento delle concavità, le proporzioni esistenti tra i vari distretti del viso, e tanto altro ancora. Valutare successivamente i tipi di acido ialuronico da utilizzare. La consistenza dell’acido ialuronico è di fondamentale importanza per un ottimale risultato. D’altro canto, immaginate di dover ripristinare la prominenza dello zigomo e il solco della palpebra inferiore, è impensabile utilizzare lo stesso tipo di acido ialuronico. Lo zigomo necessita di uno dalla consistenza simile all’osso e al muscolo; di consistenza morbida invece dovrà essere lo ialuronico utilizzato per la palpebra inferiore. Teniamo presente che le cinque-sei case produttrici di acidi ialuronici leader al mondo, hanno non meno di 6/7 differenti tipi di consistenze. Naturalmente trattare tutto il volto richiede una particolare attenzione da parte del medico nonché una grande comprovata esperienza. Solitamente preferisco programmare il trattamento full face in 2 o 3 sessioni distanziate almeno 2 settimane tra di loro. Viene sempre applicata 10 minuti prima del trattamento una crema anestetizzante per un maggior confort.

Foto prima (sinistra) e dopo (destra) il trattamento

Beautification Torino

Blefaroplastica inferiore non chirurgica

Solitamente dopo i 40-45 anni, intorno alla palpebra inferiore, tendono ad evidenziarsi il solco lacrimale in continuità con il solco sotto-palpebrale. Con questa retrazione si viene a costituire, in forma più o meno manifesta, la borsa delle palpebre. Ciò, oltre a trasmettere i segni del trascorrere del tempo, demarca inequivocabilmente l’area imprimendo un involontario segno di stanchezza. Con il trascorrere del tempo, i segni diverranno sempre più evidenti, con un solco più profondo e più scuro, come conseguenza una borsa sotto-palpebrale sempre più delineata.

La scelta di un giusto prodotto può ripristinare totalmente il quadro sopra descritto con un impianto di acido ialuronico che, da una parte ha la funzione di colmare le depressioni venutesi a creare, dall’altra aiuta significativamente ad elasticizzare il tessuto cutaneo, donando maggiore turgore. L’impianto di acido ialuronico avviene con una cannula di piccolissime dimensioni, partendo dalla gote, in modo tale che il traumatismo diretto sulle palpebre venga evitato. La cannula, essendo smussa, non lede troppo i tessuti e principalmente evita di rompere i vasi. Essendo la zona delle palpebre molto delicata, ciò permette di poter impiantare l’acido ialuronico correggendo quanto prefissato senza alcun trauma evidente. Possiamo affermare che con questa tecnica la palpebra si comporta e subisce un trauma inferiore a quello che avviene normalmente con il trattamento delle normali rughe. Difficile da credere ma è esattamente così.

Non si avverte dolore e con sapiente manualità l’impianto di acido ialuronico dona, in un’ora circa di lavoro, una freschezza al viso, consentendoci di poter riprendere la vita di relazione sin dallo stesso giorno dell’impianto, senza mostrare alcun segno sul volto. Gli unici segni visibili sono l’assenza del solco con pigmento scuro e l’assenza della borsa sotto-palpebrale. La durata di permanenza degli acidi ialuronici in questa sede, di ultima generazione e delle migliori case produttrici, è di oltre due anni.

Foto prima (sinistra) e dopo (destra) il trattamento

Blefaroplastica con acido ialuronico Torino

Rinoplastica non chirurgica

La rinoplastica non chirurgica, in questo caso anche rinofiller, richiede un attento esame del volto e del naso, affinché le dimensioni e le proporzioni risultino aggraziate e gradevoli.

La rinoplastica con impianto di acido ialuronico richiede un attento esame del volto ed in particolare del naso con tutta la sua conformazione, affinché le dimensioni, le proporzioni ed in generale le forme del naso risultino aggraziate e gradevoli.

Successivamente si sceglie l’acido ialuronico più indicato in base alle caratteristiche tissutali e sede d’iniezione. L’impianto è volto a correggere la radice del naso, la punta, il dorso, la columella e le ali nasali. Si potrà partecipare nel vedere il cambiamento in corso del proprio naso in un’unica seduta, o al massimo in due sedute. Al mondo oggi non sono più di cinque-sei aziende che producono acidi ialuronici di alta qualità e offrono al contempo una vasta gamma di prodotti che consentono di ottenere risultati che un tempo erano solo appannaggio della chirurgia vera e propria.

Con questo approccio medico si eviteranno i costi e i sacrifici fisici altrimenti richiesti con le tecniche chirurgiche tradizionali. Dopo il trattamento si è in condizione di riprendere la propria normale vita di relazione. Questi tipi di acidi ialuronici sono stati studiati per lunghe permanenze, donando elasticità, volume, turgore e l’effetto lifting necessario.

Foto prima (sinistra) e dopo (destra) il trattamento

Acido ialuronico viso intero e beautification

La beautification, il rendere più bello il volto e più attraente, è un argomento particolare, come sanno quei non molti medici che si occupano di questo tema. Quando ci troviamo di fronte, per esempio, ad una ruga, tutti sanno come risolvere l’inestetismo. Certamente capiterà che il tal medico riesca ad eliminarla del tutto rispetto al tal altro che invece l’ha solo ridimensionata, ma in ogni caso entrambi i medici sapevano esattamente dove intervenire e cosa fare. Quando parliamo invece di esaltare punti che appaiono spenti, o forgiare delle parti del viso per tirare fuori un volto più attraente, o ancora quando dobbiamo annegare dei tratti per accentuarne altri, allora diventa persino difficile spiegarlo. E’ come se noi potessimo chiedere a Canova come ha fatto a tirare fuori dal marmo una statua dalle grazie esaltanti. Come pensiamo possa rispondere nel chiarirci come ha usato le lime o gli scalpelli? Lo ha fatto in quanto è l’artista che era in lui ad aver primeggiato, che impareggiabilmente sapeva, senza sapere come ha fatto a manifestare il suo sapere. Insomma immaginiamo cosa avviene in quella che è considerata l’arte povera, la poesia: il poeta scrive, ma come si sono appalesate le parole e in quale ordine e con quale combinazione, neanche lui lo sa. Ma d’altro canto non sarebbe arte, sarebbe altro. Ecco, dobbiamo immaginare che il medico, con il suo bagaglio di conoscenza e la sua manualità, venga affiancato dall’artista vero e proprio, un artista che evidentemente è in lui, per poter tirare fuori il meglio possibile da quel volto che necessita di essere abbellito.

Ecco, allo stesso modo si dovrà intervenire per esaltare la femminilità. Non è facile dire dove, ma una volta osservato e studiato un volto, non è difficile capirlo, sarà la maestria dell’artista medico a fare il resto. E garantisco che non occorre togliere rughe per rendere un volto più femminile, ma neanche correggere asimmetrie. Esaltare le forme che donano femminilità, è come trasferire un’idea d’immagine che l’artista ha dentro di sé, che con la mano viene veicolata verso il volto dove magicamente si materializza.

Naturalmente, per quanto concerne la mascolinizzazione vale lo stesso principio seppur con caratteristiche, dimensioni, esaltazioni di punti differenti.

Foto prima (sinistra) e dopo (destra) il trattamento

Viso terzo medio e inferiore

Sono stati raggruppati in un unico capitolo il terzo medio e il terzo inferiore del viso in quanto frequentemente le correzioni dei vari inestetismi non sono separabili, come per esempio avviene per le rughe periorali superiori e per quelle inferiori, dove le prime fanno parte del volto medio e le seconde del terzo inferiore del volto. Ma accade anche che frequentemente le rughe delle nasogeniene, le commessure delle labbra e le rughe delle marionette vengano trattate indistintamente in un’unica sessione. Ciò legato ad un diretto coinvolgimento, quando cedono i tessuti, cutanei e sottocutanei, nel terzo medio, avremo un inevitabile cedimento nel terzo inferiore con formazioni di rughe e solchi. Molta attenzione richiede l’analisi e lo studio dei tessuti, affinché la scelta dei vari tipi di acidi ialuronici da utilizzare diano il risultato desiderato.

La parte centrale e la parte bassa del volto (mid e lower face) sono quelle che maggiormente vengono trattate con acido ialuronico.

Il mid face è il massiccio centrale del viso, è la parte che va dalla linea che passa orizzontalmente dalle pupille fino alla linea orizzontale passante tra le labbra. È la zona dove si evidenziano maggiormente i segni che il tempo lascia, in quanto non solo li vediamo proprio nel mid face, ma il cedimento dei tessuti è tale che anche la linea dell’ovale ne viene compromessa. Il lower face comprende fondamentalmente la parte bassa del volto che corrisponde a quel tratto mobile del viso cha va orizzontalmente dalla articolazione temporo-mandibolare allo spazio tra le labbra in giù.

La parte del mid face in generale è quella che presenta le più marcate alterazioni che i complessi processi di invecchiamento imprimono sul nostro volto: rughe, depressioni, solchi, svuotamento, anelasticità cutanea, effetto borsa. È una parte del viso che va trattata con molta cautela e solo da mani esperte. Un attento esame è di fondamentale importanza per permettere di capire dove intervenire e quali prodotti usare. Nel mid face si utilizza la più variegata tipologia di acidi ialuronici, in quanto possono presentarsi tutte le alterazioni del tempo contemporaneamente anche su visi di persone relativamente giovani.

Il lower face è invece quella parte del viso che più segnatamente evidenzia la lassità dei tessuti. In effetti, i cedimenti a carico dei tessuti evidenziano un cambiamento dell’ovale del viso. Anche questo tratto del viso può essere sottoposto a trattamento con acido ialuronico, migliorando la linea dell’ovale.

Teniamo presente che proprio nel mid face bisogna usare uno ialuronico di elevata consistenza per la prominenza zigomatica e per sollevare in contemporanea i tessuti ceduti dell’area malare. Così come va utilizzato il più soffice dei prodotti sotto le palpebre inferiori, nonché tutti gli intermedi per le rughe geniene, i solchi nasogenieni, le finissime rughe perioculari basse, ecc…. Il risultato che potrà regalare un trattamento su quest’area del viso è impareggiabile e il grado di soddisfazione regala emozioni indescrivibili.

Nel lower face si utilizzano acidi ialuronici di consistenza alta, in modo da liftare i tessuti e stirarli, ciò consentirà di recuperare un’omogeneità della linea mandibolare.

Foto prima (sinistra) e dopo (destra) il trattamento

mid lower face
mid lower face

Viso terzo superiore

Sulle rughe del terzo superiore del volto, più precisamente le rughe frontali orizzontali, le rughe glabellari, dette del pensatore, e quelle della perioculare esterna, dette a zampa di gallina, si può intervenire con l’acido ialuronico per la loro correzione. Va chiarito che in questa zona a differenza di altre, il trattamento e il risultato hanno tempi diversi. Iniziamo con l’escludere da questo argomento le rughe appena accennate e poco evidenti, potendo ottenere un ottimo beneficio con una singola seduta di acido ialuronico. Per quelle rughe che si presentano con un solco profondo ed evidenti, vanno programmate due o tre sedute distanziate tra di loro non meno di un mese. Ciò per consentire di assorbire totalmente l’acido ialuronico e di ricostruire letteralmente l’assenza di tessuto dermico.

In effetti su queste rughe se noi osserviamo bene o passiamo sopra con il polpastrello delle dita, notiamo un’assenza di tessuto, un solco vero e proprio. Solo dopo due o tre mesi, quando si sarà ricostruito il tessuto mancante, noi noteremo il ripristino totale e l’assenza delle rughe. Per la verità questo approccio terapeutico è valido anche per le altre rughe del viso che hanno subito lo stesso tipo di danno, come avviene per esempio nelle nasogeniene profonde e di lunga data. Va sottolineato che specie per le rughe frontali e per quelle perioculari, dopo il trattamento restano visibili i segni dell’avvenuto impianto di acido ialuronico per una settimana e talvolta anche di più. Ma nulla di grave perché è il naturale iter per giungere alla loro cancellazione. Per il trattamento di queste rughe, che necessitano sia di impianto nell’ipoderma, in profondità, che di iniezioni molto superficiali, tipo dermo-epidermide, il segreto per un ottimo risultato è dato dalla manualità. L’acido ialuronico iniettato in superficie deve essere il più possibile morbido e molto superficiale, al punto che deve trasparire dall’esterno. Non è semplice iniettare tanto in superficie, dove occorrono doti di grande precisione e un’impeccabile manualità. Come sempre accade negli atti che determinano la correzione delle rughe in generale, occorre un mix tra conoscenza, esperienza e manualità. Direi che questi sono elementi imprescindibili per ogni atto medico e chirurgico.

Foto prima (sinistra) e dopo (destra) il trattamento

viso terzo superiore
viso terzo superiore

Labbra

Le labbra carnose, soprattutto nella donna, hanno sempre trasmesso sensualità e senso estetico.

In generale al chirurgo estetico è richiesta un’elevata dose di esperienza, abilità e un gran senso dell’estetica, ma nel trattare le labbra queste capacità devono risultare amplificate affinché le labbra non appaiano esageratamente volgari, eccessivamente rigide, insomma non armoniche rispetto al resto del viso.

Intanto le labbra devono mantenere lo stesso disegno o per lo meno devono conservare la stessa conformazione, cercando solo di aumentare la grazia e il volume, mai in maniera eccessiva.

Anche se apparentemente trattare le labbra appare semplice, in verità è articolato e nasconde molte insidie. Il più delle volte con le labbra si trattano anche i filtri e le commissure. In ogni caso dare un leggero volume al contorno aiuta a definirle meglio e trattare le commissure rende le labbra più vivide e sorridenti. Nelle donne non più giovanissime dare un po’ di volume ai filtri rinvigorisce tutta l’area delle labbra rendendo le labbra più attraenti e giovanili. Il trattamento dei tubercoli e del vermiglio serve a dare volume vero e proprio, anche se ogni coppia di labbra ha le sue peculiari caratteristiche legate anche alla prominenza o meno delle arcate dentarie. Per esempio, è più facile volumizzare le labbra in presenza di arcate dentarie più prominenti. La prima volta non è mai consigliabile praticare più di una fiala, semmai a distanza di 2 o più settimane si potrà continuare con un’altra eventualmente. Il dilemma delle labbra è la breve durata dell’acido ialuronico. Ecco perché è consigliabile un acido ialuronico a media/alta reologia (consistenza del prodotto) anche se richiede molta più attenzione e abilità da parte del medico. Un errore con un prodotto ad alta consistenza è difficile nasconderlo oltre a rendere le labbra troppo rigide, non consentendo una ottimale articolazione delle parole oltre ad essere troppo “statiche”. Se il lavoro è eseguito ad arte il risultato saprà donare una grazia naturale nonché piacevolezza all’intero volto.

Foto prima (sinistra) e dopo (destra) il trattamento

labbra
Aumento volume labbra

Profilo del viso, Profiloplastica

Con l’espressione profiloplastica s’intende la “ricostruzione” del profilo del volto. Ove il profilo risultasse non proporzionato e non aggraziato, tipo con un mento più o meno sfuggente, con un naso troppo o poco pronunciato, labbra retraenti, oppure distanze aumentate o ridotte tra naso e labbra o ancora tra labbra e mento, è possibile intervenire con l’acido ialuronico.

Innanzitutto va studiato attentamente il profilo osservandolo dalla fronte a tutto il collo. Personalmente non misuro con il righello, ma cerco, una volta studiato approfonditamente l’intero profilo, di estrapolare con l’immaginazione il profilo migliore ricavabile tenendo conto dei punti che non potranno mai essere modificati.

E’ una fase del lavoro questa che è difficile da spiegare, ritengo senza esagerare che al medico sopraggiunge l’artista e che, con un algoritmo della grazia, elabora quello che potrà essere il miglior profilo da estrapolare in ciascun volto soggetto a correzione. In pratica il profilo viene visto ed è depositato nella mente del medico artista. Tradurre il profilo che si ha in mente di tirare fuori da quel determinato volto e realizzarlo realmente, beh, quella è la vera sfida. Come lo scultore alterna i vari scalpelli e lime per esaltare i tratti e renderli fortemente espressivi, così il medico artista combina i vari tipi di acidi ialuronici al fine di forgiare un bel profilo.

Dove iniettare, quanto iniettare e quale tipo di G prime deve avere l’acido ialuronico, è un aspetto anch’esso da non sottovalutare in quanto ad importanza. Perché con l’acido ialuronico di una determinata coesività, posso iniettare in un punto per ottenere il risultato in un punto distante anche 4-5 cm. Insomma, come si può immaginare, eseguire un lavoro di questo tipo a regola d’arte, non potrà mai essere figlio dell’improvvisazione, dell’inesperienza, oltre che della scarsa manualità, e soprattutto ci vuole un grande alleato, l’artista. Sì, perché la conoscenza è fondamentale, l’esperienza è di grande aiuto, ma se nel medico manca l’artista non riuscirà mai a realizzare l’opera d’arte.

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Ovale del Viso, Linea mandibolare

La linea mandibolare coincide con  l’ovale del viso e rappresenta il tratto terminale verso la zona caudale del capo. Nel caso vi siano ptosi, ovvero cedimenti dei tessuti, vediamo debordare verso il basso i tessuti superando la linea mandibolare stessa. Come conseguenza, quando il cedimento dei tessuti cutanei e sottocutanei sono tanto evidenti, l’ovale in verità perde la sua armonica curvatura per diventare irregolare, soprattutto a metà tragitto, tra il mento e l’angolo mandibolare, posto nella parte posteriore. Quando ci troviamo di fronte ad un quadro compromesso e l’ovale ha perso la demarcazione che si ha in gioventù, l’intero volto risulta essere appesantito e segnato. Se l’obiettivo è semplice e facilmente intuibile, la soluzione un po’ meno. Andiamo per ordine: innanzitutto esaminare attentamente la paziente al fine di cogliere tutti i particolari, quale spessore della pelle, presenza dell’ipoderma, turgore muscolare, grana cutanea, ecc.; identificare il percorso dell’arteria facciale, che passa anteriormente al muscolo massetere e possibilmente identificarne il percorso con una matita; eseguire dei movimenti di stiramento della cute per valutare il grado di elasticità, ma anche per prevedere quanto potrà in realtà migliorare l’effetto lifting al quale sottoporremo il tratto interessato. Successivamente iniziamo ad iniettare, non prima di aver applicato sulla cute una pomata anestetizzante, sul periosteo dell’angolo mandibolare. L’acido ialuronico deve essere ad alto G prime, molto coesivo, e per una quantità che in verità è definita dal grado di ptosi, dalla consistenza della cute e del sottocutaneo, e anche da quanto ci si è prefissato di migliorare. Invece lungo tutta la linea mandibolare si accederà con agocannula, definendo bene il profilo dell’ovale. Quando si procede con l’infiltrazione con agocannula va posta molta attenzione all’arteria facciale; nonostante l’agocannula stessa rappresenti una garanzia, purtroppo nella letteratura mondiale sono descritti molti casi di lesioni a carico di questa importante arteria del viso. Terminato il trattamento, pressoché indolore, lasciamo la paziente alcuni minuti distesa sul lettino sotto osservazione, magari con del ghiaccio sulla parte trattata. Evitare il make up per 24 ore, è l’unica limitazione che consiglio. Nei giorni successivi si potrà avvertire una leggera dolenzia sulla parte trattata, ma solo al tatto o di fronte ad un forte movimento articolare.

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Mentoplastica non chirurgica

Un mento eccessivamente sfuggente o eccessivamente pronunciato conferisce al volto in generale un aspetto non gradevole, addirittura osservato di profilo risulterà ancor più evidente la sproporzione o disformia. Diciamo che in passato su un mento avente queste caratteristiche l’unica soluzione era l’intervento chirurgico: sia che si trattasse di una ricostruzione ossea sia che si utilizzassero materiali biocompatibili. La mentoplastica della quale ci vogliamo occupare riguarda il mento sfuggente, sia moderatamente ma anche dalle forme più importanti. Tralasciamo quelle forme che manifestano un mento troppo pronunciato, per quanto queste ultime possono essere inquadrate sotto la voce “profilo del viso” e possono di conseguenza essere affrontate. In prima istanza il mento va studiato frontalmente che di profilo, non tralasciando sia l’osservazione a destra che a sinistra (talvolta possono essere differenti), oltre a valutare la consistenza dello stesso e la mobilità eventuale. Va compreso se iniettare solo nella parte anteriore o/e anche nella parte inferiore, ciò dipende dalle condizioni che presenta il mento da trattare. Stabilito ciò, uso abitualmente due tecniche, con ago direttamente sul periosteo e con agocannula nell’ipoderma profondo. Il G prime dell’acido ialuronico deve obbligatoriamente essere alto e altissimo. Personalmente in base alle caratteristiche dei tessuti combino le due tecniche unitamente ai due differenti tipi di acidi ialuronici. E’ inutile affermare che il G prime dell’acido ialuronico, quindi il grado di coesività, è fondamentale nel conferire la spinta ai tessuti affinché diano il risultato che abbiamo immaginato. Poi, per un risultato straordinario, occorre avere manualità, esperienza nella gestione delle variabili, maestria nel saper cogliere e gestire ogni particolare, senso artistico per donare forme aggraziate.

La mentoplastica non chirurgica attraverso l’impianto di acido ialuronico di ultima generazione, sapientemente selezionati tra i tanti presenti, permette di correggere il mento sfuggente e oserei affermare per qualsiasi grado di severità. Inoltre è possibile correggere un mento eccessivamente appuntito o esageratamente squadrato. Naturalmente prima dell’impianto di acido ialuronico, fondamentale è lo studio delle caratteristiche e delle proporzioni del volto da trattare. Solo successivamente, unitamente all’interessata, si potranno concordare i punti, le aree e i tratti da migliorare. L’impianto è indolore e viene praticato sia con un piccolo ago che con un piccolo ago cannula. Privo di qualsiasi effetto indesiderato e collaterale, permette di riprendere sin dallo stesso giorno la vita di relazione, evitando così costosi e faticosi giorni di degenza. La permanenza dei prodotti di alta gamma in questa sede è superiore ai 48 mesi.

Foto prima (sinistra) e dopo (destra) il trattamento

mentoplastica
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