Trapianto capelli

Trapianto capelli Torino

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PERDITA DI CAPELLI O ALOPECIA

In ambito estetico tra le afflizioni più grandi che possono colpire un uomo c’è sicuramente la perdita di capelli. Ma non perché toglie mascolinità, ma perché rende il volto diverso rispetto a com’era in precedenza e perché francamente un viso senza capelli è meno attraente. E’ come se con i capelli cadesse anche la bellezza del ragazzo o adulto che sia. Ricordiamo inoltre che nei capelli si anima anche tanta sicurezza, perdendo capelli è come se si perdesse anche l’autostima. Quindi con la perdita di capelli aumenta l’insicurezza, che in definitiva vuol dire minare la qualità della vita di chi ne è colpito.

Ora se la perdita di capelli fosse un evento raro e colpisse poche persone, non desterebbe tutta l’attenzione che esso ha. Purtroppo è un vero e proprio fenomeno che coinvolge un numero impressionante di uomini. A onor del vero occorre ricordare che ci sono anche persone che di fronte alla perdita dei capelli non subiscono nessun contraccolpo, anzi la loro assenza non desta alcuna preoccupazione in loro. Possiamo affermare che in quest’ultimo gruppo di persone, addirittura c’è chi ne approfitta per raderli del tutto e sfoggiare una testa del tutto pelata.

Si stima che tra gli uomini sopra i 30 anni vi sia il 30% che soffre di una forma più o meno grave di calvizie. Insomma in Italia si stima ci siano circa 8 milioni di uomini che sono affetti da perdita di capelli, la cosiddetta calvizie. Le cause che portano alla perdita di capelli ricordiamo essere molteplici, citiamo alcune delle più comuni e frequenti: alopecia androgenetica causata da ragioni genetiche; alopecia seborroica, è l’eccessiva produzione di sebo che indebolisce il capello fino a portare all’atrofia del bulbo pilifero; lo stress, condizioni di disagio, difficoltà, iper-lavoro possono essere causa di perdita di capelli; chemioterapia, alcuni farmaci possono dar luogo a cadute anche cospicue di capelli che non sempre si riacquistano; infezioni del cuoio capelluto; disfunzioni della tiroide; malattie sistemiche; e tante altre cause minori.

Ricordiamo che la perdita di capelli interessa anche il sesso femminile seppur con percentuali molto inferiori. Ed è inutile sottolineare che se nel maschio desta preoccupazione, nella donna si può appalesare un vero e proprio dramma.

IL TRAPIANTO

Non voglio affermare che il trapianto di capelli sia l’unica soluzione per riavere i capelli perduti. Però rappresenta con assoluta certezza la strada che con concretezza ed efficacia porta a rivedere i propri capelli perduti. Ci sono indubbiamente farmaci che aiutano, non sempre in modo risolutorio, a combattere la calvizie e tra quelli approvati ci sono il minoxidil e la finasteride (e suoi simili). Questi farmaci non brillano per assenza di effetti collaterali, tra quelli più seri l’impotenza, sia per il minoxidil che per la finasteride. Contando anche che l’assunzione andrebbe fatta vita natural durante e non sempre con risultati soddisfacenti, non trova sempre i pazienti disposti.

Il trapianto è una soluzione concreta, trasferisco i capelli della zona posteriore, la singola unità follicolare, direttamente sulla calotta cranica dove sono radi o assenti. Senza con ciò intaccare minimamente l’aspetto estetico sulla zona dove si è prelevato, mentre si donano capelli sulla o sulle zone affette da diradamento o assenza totale di capelli. Il trapianto di capelli ha avuto in questi ultimi anni un notevole incremento di numeri, grazie soprattutto alle tecniche di espianto e di impianto. Esse sono diventate con il passare degli anni sempre più sofisticate e volte a rendere i risultati sempre più vicini a quelli che noi potremmo definire naturali. La zona ricevente potrà avere capelli con una densità tale da renderli gradevoli e non lontano dalla reale situazione biologica.

Oggi con un intervento di trapianto ben eseguito, difficilmente si potranno vedere segni tali da farci sospettare che la persona si sia sottoposta ad un intervento chirurgico. Naturalmente come sempre sostengo, e non solo io, ciò che fa la differenza è il medico al quale ci si rivolge. Un medico bravo, di comprovata esperienza e con un’ottima manualità, oltre al possesso di un gran senso estetico, può ridonare la gioia di una folta capigliatura sulla zona calva. Ed essendo interventi che richiedono tante ore di lavoro, direi che la pazienza e la passione nell’esercizio del proprio lavoro, non possono mancare nel medico che si sceglie. In fondo sono doti che accompagnano tutti i bravi medici e di qualunque specialità.

Naturalmente seppur la gran parte degli interventi di trapianto riguardano i maschi, tante sono le donne che si sottopongono, vuoi per rinfoltire un’area della calotta cranica, vuoi per ridonare la piacevolezza di riavere belle sopracciglia.
Insomma il trapianto di capelli, vuoi anche per i costi che nel tempo si sono contenuti, hanno permesso di godere di una naturale capigliatura.

TRAPIANTO DEI CAPELLI CON TECNICHE FUE, FUT e DHI

Com’è noto a tutti le tecniche e in generale la conoscenza aumenta e ciò permette di affinare le procedure rendendo l’operato più agevole per il paziente e il risultato più gradevole. La tecnica FUT (follicolar unit transplantation) seppur datata è una tecnica ancora in uso. Essa prevede il prelievo di una intera losanga di cute che abbraccia tutta l’area occipitale fino all’area temporale. Tolto il lembo di cute si sutura e inevitabilmente si formerà un esito cicatriziale visibile sulla parte posteriore del cuoio capelluto. Personalmente non la uso, tuttavia non mi sento di pensare che sia del tutto obsoleta. Il principio di fondo è che questa tecnica non richiede una raffinata e precisa esecuzione di prelievo, elemento indispensabile nella tecnica FUE (follicular unit extractione). Fatta questa doverosa precisazione, non si immagini che la FUT sia banale, tutt’altro. Tenendo conto della densità, del disegno dell’area ricevente, dell’inclinazione dei capelli trapiantati, dello spessore dei capelli e del loro posizionamento sulla nuova area da impiantare, dare il giusto angolo ai capelli da trapiantare, in fase di prelievo decidere quali unità follicolari escindere, conferire un aspetto il più possibile naturale, tutti questi sono alcuni dei fattori che condizionano il risultato finale. Senza tralasciare tutta la fase che sta tra il prelievo e l’impianto, meglio dire il giusto processo per la conservazione delle unità follicolari prelevate, che essendo molto fragili tendono facilmente a disidratarsi e a deteriorarsi e quindi in pratica a morire. Capirete bene che serve a niente impiantare un capello morto, lo perderete e non ci sarà la copertura che giustamente vi aspettavate.

La FUE invece è una tecnica più recente che ha subìto ulteriori migliorie nel corso di questi ultimi anni, consentendoci risultati in generale più gradevoli e con assenza della cicatrice. In pratica si procede con lo studio del singolo caso clinico, informando correttamente il paziente dei possibili risultati ottenibili e lasciando un ampio e sufficiente spazio di riflessione al paziente stesso. Ciò al fine di maturare una maggiore consapevolezza e fiducia nel medico e generare una maggiore serenità, in modo tale che la fretta non abbia a condizionare e a offuscare alcuni importanti passaggi prima di giungere all’intervento stesso.

L’intervento vero e proprio viene eseguito anestetizzando l’area dalla quale si è deciso di prelevare le unità follicolari. Successivamente con una fresa vengono eseguiti i punch, che sono carotaggi veri e propri delle micro-aree (aree con diametro al di sotto di 1 mm). Queste piccolissime aree, dette draft, vengono prelevate e depositate in una piastra di Petri, idratandole, abbassando la temperatura a 10 gradi Celsius e avendo cura di conservarle in ottime condizioni. E’ facile credere che se uno di questi passaggi non viene eseguito bene, con attenzione e con la doverosa conoscenza della fragilità biologica dei capelli espiantati, il rischio di un deludente risultato è purtroppo reale. Terminate le operazioni di espianto e conservazione, si procede all’impianto. Altro momento delicato che richiede oltre alla conoscenza e all’esperienza, anche una forte dose di pazienza e infinita manualità da parte del medico. Le conoscenze di tutti questi passaggi, l’abilità, l’esperienza, la precisione, la pazienza, il senso estetico, sono gli elementi, unitamente ad altri ancora, che concorrono a determinare il risultato.

La tecnica dei trapianti dei capelli DHI (direct hair implant) è in verità una variante metodologica della FUE. Se nella FUE le singole unità follicolari dopo essere estratte dall’area donatrice vengono depositate in una piastra di Petri, nella DHI si passa dall’estrazione direttamente all’impianto sull’area ricevente. Ciò consente per la sola area donatrice di non dover tagliare a zero i capelli, oltre a recuperare un po’ di tempo. Va aggiunto anche che la metodologia DHI permette una maggiore sopravvivenza delle unità follicolari. Bisogna però anche ammettere che non sempre l’utilizzo della DHI è agevole e il saltare qualche passaggio non è detto che siano d’aiuto al risultato finale. Ma sopra ogni altro aspetto ciò che veramente conta è l’esperienza, la manualità e la bravura del medico operatore. Se si ha fiducia nel medico, allora bisogna che ci si affidi totalmente, perché il risultato che cerca il paziente è lo stesso risultato che un bravo medico si prefigge.

Vorrei con ciò sommessamente ricordare che il risultato alla fine lo fa il medico, il compito di un bravo paziente è quello di affidarsi al medico che ritiene essere bravo.

Rendendomi conto che ci sono dei termini che potrebbero generare confusione, mi permetto di chiarirli:

1. Unità follicolare: è il capello o i capelli che noi estraiamo con il punch detto anche carotaggio. Sì perché quella unità non sempre è costituita da un solo capello. Non infrequente capita di trovare 3 o 4 capelli in una singola unità follicolare e in alcune persone la percentuale di queste unità è molta alta.
2. Carotaggio: è in pratica un taglio circolare dentro al cuoio capelluto, immaginando di isolare una carota, di dimensioni molto piccola, sotto il millimetro di diametro. In pratica il frutto del carotaggio ci dà l’unità follicolare.
3. Punch: costituisce l’atto della perforazione tramite una fresa, per l’estrazione dell’unità follicolare.
4. Fresa: è un apparecchio alimentato da corrente che consente di tagliare, nel nostro caso in maniera circolare attorno all’unità follicolare che abbiamo deciso di espiantare.
5. Draft: tradotto dall’inglese è il pescato, cioè l’unita follicolare che abbiamo espiantato.
6. Piastra di Petri: sono delle piastre di vetro trasparenti che servono per depositare le unità follicolari e conservarle.

Prima e Dopo

Caduta dei capelli e soluzioni

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