La linea mandibolare coincide con l’ovale del viso e rappresenta il tratto terminale verso la zona caudale del capo. Nel caso vi siano ptosi, ovvero cedimenti dei tessuti, vediamo debordare verso il basso i tessuti superando la linea mandibolare stessa. Come conseguenza, quando il cedimento dei tessuti cutanei e sottocutanei sono tanto evidenti, l’ovale in verità perde la sua armonica curvatura per diventare irregolare, soprattutto a metà tragitto, tra il mento e l’angolo mandibolare, posto nella parte posteriore. Quando ci troviamo di fronte ad un quadro compromesso e l’ovale ha perso la demarcazione che si ha in gioventù, l’intero volto risulta essere appesantito e segnato. Se l’obiettivo è semplice e facilmente intuibile, la soluzione un po’ meno. Andiamo per ordine: innanzitutto esaminare attentamente la paziente al fine di cogliere tutti i particolari, quale spessore della pelle, presenza dell’ipoderma, turgore muscolare, grana cutanea, ecc.; identificare il percorso dell’arteria facciale, che passa anteriormente al muscolo massetere e possibilmente identificarne il percorso con una matita; eseguire dei movimenti di stiramento della cute per valutare il grado di elasticità, ma anche per prevedere quanto potrà in realtà migliorare l’effetto lifting al quale sottoporremo il tratto interessato. Successivamente iniziamo ad iniettare, non prima di aver applicato sulla cute una pomata anestetizzante, sul periosteo dell’angolo mandibolare. L’acido ialuronico deve essere ad alto G prime, molto coesivo, e per una quantità che in verità è definita dal grado di ptosi, dalla consistenza della cute e del sottocutaneo, e anche da quanto ci si è prefissato di migliorare. Invece lungo tutta la linea mandibolare si accederà con agocannula, definendo bene il profilo dell’ovale. Quando si procede con l’infiltrazione con agocannula va posta molta attenzione all’arteria facciale; nonostante l’agocannula stessa rappresenti una garanzia, purtroppo nella letteratura mondiale sono descritti molti casi di lesioni a carico di questa importante arteria del viso. Terminato il trattamento, pressoché indolore, lasciamo la paziente alcuni minuti distesa sul lettino sotto osservazione, magari con del ghiaccio sulla parte trattata. Evitare il make up per 24 ore, è l’unica limitazione che consiglio. Nei giorni successivi si potrà avvertire una leggera dolenzia sulla parte trattata, ma solo al tatto o di fronte ad un forte movimento articolare.