La mastopessi si rende necessaria come intervento quando il seno, dopo allattamenti, dopo dimagrimenti o semplicemente dopo che trascorrono anni, si svuota e tende a scendere verso il basso, detto seno ptosico. La ptosi che può essere lieve, media o grave, è praticamente l’abbassamento del seno con il capezzolo che punta in basso, detto seno triste. Generalmente una persona che richiede la mastopessi è perché ha visto trasformarsi il suo seno bello da giovane o prima della gravidanza o prima del dimagrimento, a un seno poco presentabile. Capita di leggere nel volto della paziente una sorta di rabbia per un seno che non è più com’era una volta.
PERCHE’ SI RICORRE ALLA MASTOPESSI
La paziente che richiede un intervento di mastopessi vuole ripristinare forme e volume di un seno che ha avuto in passato e che ora non ha più. In pratica è un voler tornare alle forme di un tempo giovanile.
ASPETTATIVE DELLA PAZIENTE
Durante la visita è molto importante che il medico ascolti attentamente le richieste della paziente, perché possa dare risposte chiare su ciò che sarà possibile ottenere e su ciò che non sarà possibile ottenere, sull’inevitabile presenza delle cicatrici come pure sulla forma del seno e sull’impossibilità, nel caso di giovani donne, di poter in futuro allattare. Nell’intervento di mastopessi è necessaria una maggiore attenzione su ciò che potremmo definire l’aspettativa. Generalmente un medico bravo, attento e scrupoloso, visiterà la paziente prima dell’intervento non meno di 2 o 3 volte.
COME AVVIENE L’INTERVENTO DI MASTOPESSI
Il giorno convenuto per l’esecuzione dell’intervento di mastopessi, la paziente si presenta in clinica a digiuno e con tutti gli esami prescritti dal medico. Per quanto riguarda la copertura con l’antibiotico si consiglia di assumerlo il giorno prima e proseguire per i 5 giorni successivi. L’assunzione nei primi giorni dopo l’intervento di un anti dolorifico è normalmente indicata. E’ prassi che in clinica la paziente venga visitata, prima dell’intervento, dal medico anestesista, successivamente, dopo l’ulteriore visita del chirurgo, lo stesso traccerà il proprio disegno sul seno secondo uno schema proprio e secondo quanto stabilito precedentemente con la paziente.
Nell’intervento di mastopessi il capezzolo con l’areola mammaria viene spostato verso l’alto e nella base dei quadranti inferiori viene rimossa la cute in eccesso. Si avrà pertanto una cicatrice attorno all’areola, una cicatrice verticale sui quadranti inferiori e una cicatrice sul solco sottomammario. Si dovrà indossare un reggiseno elasto compressivo per due o tre mesi .
LE PROTESI
Ove il seno fosse particolarmente svuotato e la taglia desiderata fosse di volume superiore a quella che si potrebbe ottenere dal proprio seno, si può introdurre nel corso dell’intervento una protesi che sarà di volume, forma e consistenza, precedentemente stabilite con la paziente e generalmente è consigliabile metterla retro muscolare.
L’ANESTESIA
Nella mastopessi gli anestesisti sono comunemente d’accordo nel sottoporre la paziente ad anestesia generale, e, con un bravo professionista, le pazienti normalmente si risvegliano dolcemente e non serbano alcun ricordo.
LE CICATRICI AL SENO
Nella mastopessi si avrà pertanto una cicatrice attorno all’areola, una cicatrice verticale sui quadranti inferiori e una cicatrice sul solco sottomammario. E’ utile che la paziente chiarisca bene con il medico la grandezza della cicatrice e l’eventuale diastasi, cioè la slabbratura, nonché l’ipertrofia cicatriziale.
IL POST OPERATORIO
Dopo l’intervento di mastopessi è normale sentirsi un po’ stanchi e spossati, accade normalmente per ogni tipo di intervento. Si assumeranno i farmaci prescritti (l’antibiotico e gli anti dolorifici) e si osserverà il necessario riposo e soprattutto, nel corso delle prime due settimane, evitare sforzi alle braccia. Dopo 2 o 3 giorni verranno rimossi i drenaggi, tra il decimo e il quindicesimo giorno si rimuovono i punti di sutura, si indosserà il reggiseno elasto-compressivo (tipo quello delle sportive) e si faranno i necessari controlli che generalmente si protraggono fino al terzo-quarto mese e comunque non mai inferiori a sei/sette.
Foto prima (in alto) e dopo (in basso) il trattamento

