Il volto e i numeri – Torino

Nel corso della storia la prima civiltà che ha studiato la sezione aurea è stata quella greca, anche se ci sono delle tracce presso i Babilonesi e gli Egizi e non sappiamo neanche quanta consapevolezza ci fosse in loro. I Greci furono anche cultori della geometria e promulgarono il concetto del bello, dove la forma era essa stessa sostanza. Nel 1200 circa Leonardo Fibonacci ne svelò le proprietà algebriche e nel 1500 Luca Pacioli affermerà la proporzione divina, oggi meglio nota come sezione aurea. Tutto questo ha a che fare con le dimensioni, le distanze, le proporzioni, l’armonia del volto. La bellezza del viso è legata a tutto ciò.

All’interno di un volto c’è molta più matematica di quanta ne possiamo immaginare. Il Creatore ha forgiato il volto con l’ausilio dei numeri.

Il NUMERO AUREO viene calcolato in vari modi. Uno molto semplice è: tracciato un cerchio, iscrivere al suo interno un triangolo equilatero. Poi, orizzontalmente alla base del triangolo, si traccia un segmento a metà dei due cateti fino a raggiungere un versante del cerchio. In pratica, il numero di Fibonacci che corrisponde a 0,618, altro non è che la risultante di una geometria di grazia. Se prendiamo per esempio il rettangolo aureo, ritenuto essere il rettangolo più aggraziato, la lunghezza dei due lati è pari a 1 per il lato maggiore, mentre è pari a 0,618 per il lato minore. Con questo stesso criterio nasce il Partenone e tutta l’architettura rinascimentale, che ebbe come massimi esponenti Michelangelo e Leonardo, fautori del concetto di bellezza. Possiamo affermare che l’uomo, dopo aver scoperto il bello, ne traccia una definizione geometrica. Il nostro volto è pieno di proporzioni auree e non a caso un volto più è bello e attraente più rispetta un maggior numero di sezioni auree. 

Il volto è pieno di sezioni auree sia in verticale, ma anche in orizzontale. Le sezioni auree ci danno l’indicazione di dove dovrebbero essere collocate le varie parti del viso, tipo gli occhi, le labbra, il mento e così via. Anche solo uno o due millimetri possono giocare un ruolo nel rendere un volto più o meno attraente. Ma anche le proporzioni che i vari punti del volto tracciano hanno un ruolo determinante nel rendere lo stesso volto più o meno attraente. Ci sono dei volti che con piccoli se non piccolissimi cambiamenti possono variare il grado di attrazione perché talvolta le misure sono addirittura sotto il millimetro.

Dott. Luigi Cursio

Il volto e i numeri – Torino
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