Come dovrebbe essere noto a tutti, i virus non riescono a moltiplicarsi autonomamente, hanno bisogno di un ospite entro al quale proliferare. Il Covid-19 è un Coronavirus, cioè uno tra i tanti virus influenzali. Il numero dei virus oggi noto è altissimo, pensate che esistono circa 2.500 specie differenti, aggrediscono sia il regno vegetale che animale, compresi i batteri, detti batteriofagi. Sono strutture le cui dimensioni variano da pochi nanometri a pochi micrometri. Diversi scienziati hanno avuto e continuano ad avere dubbi nel classificarli, tant’è che non hanno un regolare ed indiscusso posto nella tabella degli esseri viventi. In effetti i virus sono completamente diversi da tutte le altre cellule, sia animali che vegetali, non sono in grado di compiere un processo che è alla base della biologia: trasformare il “cibo”. Il virus è un parassita, il parassita per antonomasia.
Il Coronavirus riesce ad entrare in una cellula attraverso dei passepartout, eludendo i controlli solitamente efficienti. Prende il controllo su tutto il ciclo vitale di cui dispone la cellula, e come primo atto impone il fermo di tutte le attività vigenti fino ad allora ed impone la sua legge. Mette sulla catena di montaggio la replicazione di se stesso, incurante del danno e delle morbosità procurate.
Cerchiamo di spiegare il lessico che in queste settimane sentiamo ripetere frequentemente.
INFETTIVITA’: è la capacità che ha il Coronavirus di penetrare e farsi duplicare nell’organismo. In pratica è il modo di comprendere la dimensione della infezione. Affinché un virus causi l’infezione ci vogliono più agenti patogeni. Vuol dire che se l’infettività è molto alta, allora potranno essere sufficienti pochi virus, forse anche uno solo, potrebbe essere il caso del morbillo. Se invece la infettività è bassa, vuol dire che occorrono molte migliaia di virus. Nel caso del Covid-19, verosimilmente ci troviamo di fronte ad una infettività non alta. Anche se un quadro completo lo avremo solo quando i dati saranno consolidati e lo studio degli stessi sarà stabile e certo, secondo parametri in uso da tempo;
VIRULENZA: è il potere patogeno che ha il Coronavirus. E’ la sua capacità di indurre una malattia e la sua gravità all’interno dell’organismo che lo ospita. Questo processo è molto legato al grado di tossicità delle molecole che il virus impone di produrre alla cellula ospite;
PATOGENICITA’: è fondamentalmente l’entità del danno che il virus provoca alla cellula e quindi all’organismo. E’ legata al patrimonio genetico del virus, cioè alle sue caratteristiche. Per esempio, il virus erpetico causa un leggero danno alle mucose/cute; il virus polio causa un devastante danno ai neuroni motori con gravi paralisi;
STABILITA’: è il tempo di sopravvivenza del virus fuori dall’ospite. Anche ciò varia molto, in generale i virus sono poco resistenti negli ambienti esterni. In ogni caso le condizioni di temperatura e umidità giocano un ruolo determinante per la loro stabilità. Esaminando i lavori scientifici pubblicati, il Covid-19 non sopravvive che per poche ore negli ambienti aperti;
ESPOSTI: sono tutte quelle persone che sono state esposte al Coronavirus e non si sono infettate.
La rappresentazione delle ellissi ci dà un’idea approssimativa di come il Covid-19 si presenta alla popolazione e cerca di infettare il più ampio numero possibile di persone, al fine di affermarsi da un punto di vista biologico, vale a dire replicare se stesso quanto più gli riesce. E ci permetterà di capire meglio quale sarà la sua strategia finale.
Ma questo sarà argomento che tratterò nel prossimo articolo.
Luigi Cursio